giovedì 6 marzo 2008

Parentesi Stondata

Ok, e da un po che non mi faccio sentire,
ma è un periodo che mi ritrovo ad avere miriadi di pensieri e riflessioni che mi attraversano il cervello come schegge esplose ed impazzite,
e mi ritrovo spesso ad avere una specie di tempio dove i pensieri si accumulano in un nodo astratto, che dopo pochi secondi si disintegra e scompare come polvere e cenere di qualcosa bruciato troppo in fretta, e ironicamente questo piccolo tempio è il semaforo.
Vi è mai capitato, avvolti dall'aria calda (prendo come esempio il periodo autunno-invernale),
magari con il pezzo giusto, non troppo veloce magari melodico,
lo sguardo si fa fisso sulla luce rossa, come una falena tenta di immergersi in una luce artificiale,
e scatta quella specie di trans mistica,
dove come vagoni di un treno che non si ferma ad una stazione, i salti mentali si fanno veloci e forse senza nemmeno una logica ben definita, se non quella della vostra unica mente.
Quando la luce si fa all'improvviso verde, e come se una scossa elettrica cardiaca ci risvegliasse da questa parentesi mistica, e abbandoniamo il dio rosso a cui abbiamo donato i nostri pensieri, rimpianzandoli con un desderio immediato e istintivo di partire e abbandonare la staticità di quel momento,
la priorità diventa la prima marcia da ingranare, e proprio nel momento in cui lo facciamo, quel momento scompare e ritorniamo sulla strada, cambia la velocità, finisce il rallenti.

Come sempre non posso non mettere una colonna sonora alle mie parole,
e vi dono un pezzo che forse ha in se racchiusa questa essenza mistica urbana, questa sensazione di esserci e di non esserci, una preghiera tribale al dio rosso artificiale.

Ci si vede, e buona vita.


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